Nell’articolo di qualche giorno fa avevamo fatto delle considerazioni sul rapporto tra Italia e Russia in merito al gas naturale. L’industria europea sta perdendo di competitività sul mercato internazionale e l’opinione pubblica comincia a spingere per opzioni energetiche più economiche.
Abbiamo fatto anche un elenco dei pro e contro che caratterizzano un eventuale riavvicinamento tra Italia e Russia in questo ambito:
- PRO: costo, stabilità forniture, infrastrutture esistenti e impatto ambientale;
- CONTRO: rischi reputazionali, credibilità nei rapporti italo-russi e poca diversificazione.
L’intervento degli USA e il GNL come nuova fonte primaria
Non appena le voci si sono fatte molto insistenti prontamente gli USA hanno fatto le loro mosse. L’Italia, insieme al resto dell’Europa, sembra aver “obbedito” alle indicazioni provenienti dall’oltre Atlantico. Infatti, l’incontro Meloni-Trump ha fatto emergere l’accondiscendenza, da parte del nostro paese, a incrementare l’import di GNL americano. In questo articolo non ci dilungheremo su convenienza o meno di tale scelta.
L’Italia, insieme ad altri Paesi UE, sembra quindi seguire la linea statunitense, allineandosi alle nuove strategie di approvvigionamento energetico.
ENI pronta a chiudere con Gazprom
A conferma di quanto precedente, un’altra importante news sembra andare a confermare la direzione presa da parte del nostro esecutivo. L’acquisto di gas russo è sempre più in diminuzione, la società ENI vuole interrompere i rapporti contrattuali con la russa Gazprom. Infatti, pare che la volontà sia di separare definitivamente le strade tra i due colossi. Tale scelta anche nel caso della fine della guerra Russo-Ucraina.
Anche in caso di normalizzazione dei rapporti tra Russia e Ucraina, le due aziende non riprenderebbero più i rapporti commerciali. Si tratterebbe quindi non solo di una strategia temporanea, ma di una svolta strutturale nel panorama energetico italiano.
Pro e contro del nuovo assetto energetico
Come evidenziato nel nostro precedente articolo e riportato sopra, un eventuale riavvicinamento alla Russia avrebbe avuto vantaggi economici, ma anche rischi politici e reputazionali. Al contrario, affidarsi al GNL statunitense garantisce stabilità politica e supporto internazionale, ma a un costo superiore e con infrastrutture ancora in via di potenziamento.
Conclusioni: tra geopolitica e scelte industriali
L’Italia sembra aver scelto con chiarezza la direzione da seguire. Il distacco dalla Russia non è solo una conseguenza del conflitto, ma un passaggio strategico verso un nuovo modello energetico più integrato con gli alleati occidentali.
Resta da vedere se, nel medio-lungo termine, questa scelta sarà anche sostenibile sul piano economico, in un contesto in cui la competitività industriale europea è sempre più sotto pressione.
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