La mossa dell’OPEC+ e il crollo del prezzo del petrolio
L’OPEC+, l’alleanza tra i Paesi dell’OPEC e altri produttori come la Russia, ha recentemente deciso di aumentare la capacità produttiva di petrolio. Questa mossa ha portato a un immediato calo dei prezzi del greggio, con il Brent che ha toccato livelli più bassi rispetto ai picchi degli ultimi mesi. Diverse fonti ritengono che i prezzi del Brent e del Wti arriveranno a breve a 62 dollari al barile (contro i 68 di oggi) e 58 dollari al barile (66 oggi).
L’obiettivo sembra essere quello di contrastare la crescita del petrolio scisto americano, che negli ultimi anni ha guadagnato quote di mercato grazie a tecniche di estrazione più efficienti. Il ruolo da protagonista sembra però voler esser tenuto nelle redini dei maggiori protagonisti OPEC+, primi fra tutti l’Arabia Saudita.

L’andamento del prezzo del petrolio negli ultimi anni, con il crollo del 2016 (surplus produttivo per penalizzare lo shale americano, riduzione domanda) e del 2020 (periodo Covid). Si prevede un’apertura dei mercati di domani intorno ai 65 $/barile.
La guerra al petrolio scisto americano
L’aumento della produzione OPEC+ è visto da molti come un tentativo di penalizzare gli Stati Uniti. Negli ultimi anni, il fracking (la tecnica usata per estrarre il petrolio scisto) ha reso gli USA meno dipendenti dalle importazioni, riducendo l’influenza dell’OPEC+ sul mercato.
Tuttavia, mantenere prezzi troppo bassi per troppo tempo non è sostenibile per i Paesi OPEC+, che dipendono dalle entrate petrolifere per bilanciare i propri budget. Allo stesso tempo però, una salita dell’offerta combinata con una riduzione della domanda per incertezze globali potrebbe causare una forte decrescita dei prezzi. Come già successo nel 2015/2016.
Perché il prezzo non resterà basso a lungo
Nonostante il recente calo, è improbabile che il petrolio rimanga a livelli troppo bassi per molto tempo. Ecco perché:
- I produttori OPEC+ hanno bisogno di margini più alti – Paesi come Arabia Saudita e Russia hanno costi di produzione gestibili, ma necessitano di prezzi più alti per finanziare le loro economie.
- Il petrolio scisto americano è resiliente – Anche se alcuni produttori USA potrebbero soffrire, le aziende più efficienti sopravvivranno, limitando l’impatto a lungo termine.
- La domanda globale resta forte – Nonostante le tensioni economiche, il consumo di petrolio nel medio termine è destinato a crescere.
Conclusione: una strategia a breve termine
L’aumento della produzione OPEC+ è una mossa tattica per riprendere controllo del mercato, ma i prezzi troppo bassi non sono sostenibili. Nel medio-lungo periodo, i maggiori venditori dovranno riequilibrare l’offerta per garantire profitti.
Cosa aspettarsi per l’andamento dei prezzi? Sicuramente una riduzione dei prezzi nel breve termine. Incrociando le dite sugli equilibri geopolitici sempre instabili (butta un occhio all’articolo sui “colli di bottiglia” del petrolio globali). Probabilmente nel medio termine una stabilizzazione dei prezzi tra i 70 e gli 80 dollari al barile.
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