Il roller coaster del prezzo del gas: come anticiparlo!

Dopo una lunga pausa estiva riprendiamo con la pubblicazione di articoli. Eccoci con le nostre commodities: GAS!

Il mercato del gas naturale ha vissuto nell’ultimo periodo un andamento estremamente volatile. Dopo i picchi estivi, esso ha avuto una serie di bruschi crolli, seguiti da riprese decise. In questo articolo, analizziamo le dinamiche che hanno colpito il prezzo del gas all’Henry Hub in tre date chiave: 25 agosto, 22 settembre e 16 ottobre 2025.

Nell’immagine è possibile notare il prezzo del gas naturale all’Henry Hub negli ultimi 6 mesi, con evidenziati i minimi di cui discuteremo nel presente articolo.

Di seguito andiamo ad analizzare i motivi dei cali e dei successivi picchi, in tal modo sarà più facile gestire gli andamenti futuri e sfruttarli per investimenti mirati.

Crollo graduale fino al 25 Agosto 2025: fine della paura estiva

Il 25 agosto, il prezzo del gas naturale ha registrato un significativo calo, chiudendo in netto ribasso.

Le motivazioni del crollo:

  • Fine della domanda estiva per aria condizionata: con l’avvicinarsi della fine di agosto, l’intensa domanda di elettricità per il raffreddamento, tipica dei mesi più caldi, ha iniziato a scemare. Questo ha alleviato la pressione sulle scorte di gas. Il meteo orientale è quello che ha il peso maggiore in merito ai consumi per il condizionamento estivo;
  • Previsioni meteo favorevoli: le previsioni a più lungo termine iniziavano a indicare un possibile autunno mite, riducendo le aspettative per un anticipo della domanda invernale per il riscaldamento. Andando, quindi, a mettere meno pressione sulle necessità di riempimento degli stoccaggi nel continente europeo.
  • Produzione solida: i dati sulla produzione continuavano a mostrare un output robusto dagli giacimenti shale americani, garantendo un’offerta abbondante.

In sintesi, il mercato ha iniziato a scontare il passaggio dalla stagione di picco estivo a un periodo di domanda più moderata.

La risalita successiva: picco a fine stagione e interruzione inaspettate

Subito dopo il crollo precedente si è invertito l’andamento molto rapidamente. Ecco le cause che consideriamo più probabili per questo picco:

  • Ondata di calore tardiva: un’inattesa ondata di calore ha colpito gli Stati Uniti sud-occidentali e il Texas, mantenendo altissima la domanda di elettricità per il condizionamento dell’aria;
  • Interruzioni nella produzione: alcuni rapporti operativi hanno segnalato interruzioni non programmate in alcuni impianti di liquefazione (LNG) e in piattaforme di produzione;
  • Fattore psicologico: Il mercato ha iniziato a preoccuparsi per il ritmo di riempimento degli stoccaggi, temendo che il picco di domanda estiva potesse rallentarlo più del previsto.

Il Ribasso del 22 Settembre 2025: freddo in ritardo

Il secondo grande crollo, avvenuto a settembre, è stato ancor più pronunciato e ha spinto i prezzi verso i minimi del trimestre.

Le motivazioni del crollo:

  • Condizioni meteorologiche persistentemente miti: l’inizio dell’autunno è stato caratterizzato da temperature ben al di sopra delle medie stagionali in gran parte degli Stati Uniti. Questo ha posticipato ulteriormente l’accensione dei riscaldamenti, riducendo la domanda;
  • Riempimento record degli stoccaggi: gli stoccaggi di gas in Europa e negli Stati Uniti si sono avvicinati alla capacità massima molto più rapidamente del previsto. Si sono quindi ridotti i rischi per una “crisi” invernale. Un livello di scorte così alto ha agito da cuscinetto, rassicurando il mercato;
  • Fattori tecnico-finanziari: Il superamento di alcune soglie psicologiche di prezzo ha innescato vendite automatiche e la chiusura di posizioni speculative, amplificando la discesa.

Il picco di fine settembre: inverno in anticipo e la dinamica degli stoccaggi

A settembre, contro ogni aspettativa, i prezzi sono esplosi nuovamente, invertendo un trend al ribasso che, ormai, molti davano per scontato.

Le motivazioni del rally:

  • Previsioni di un inverno rigido: i primi modelli meteorologici a lungo termine che sono usciti, hanno iniziato a segnalare un’alta probabilità di un inverno 2025/2026 più freddo della media nel Nord America;
  • Domanda da esportazione solida: i dati sui flussi di GNL verso l’Europa e l’Asia sono rimasti robusti, nonostante i prezzi elevati, sostenuti da una domanda internazionale costante;
  • Rallentamento della produzione: un lieve calo nell’estrazione da alcuni bacini shale, suggerendo che i bassi prezzi dei mesi precedenti avevano iniziato a frenare gli investimenti. Lo shale gas necessita di prezzi abbastanza alti per sostenere dei costi di estrazione più alti rispetto altre tecnologie.

L’ultimo ribasso: quello del 16 Ottobre

Se siete arrivati fino a questo punto potrete comprendere quali sono gli elementi che vanno a creano una depressione dei prezzi.

Le motivazioni della rapida discesa:

  • Condizioni climatiche: l’ondata di freddo che ha spinto in alto i prezzi nel punto precedente è durato poco, portando quindi ad una riduzione della domanda;
  • Solida produzione e stoccaggi pieni: la produzione di gas è rimasta costante senza grandi interruzioni e, allo stesso tempo, gli stoccaggi sono arrivati ad un livello alto;
  • Fattori psicologici e di mercato: una volta subentrata l’idea che l’inverno sembra più mite e tarda ad arrivare si è ridotta la domanda. Come già indicato in precedenza, il tocco di livelli bassi di prezzi e la rottura di livelli di resistenza ha indotto una vendita massiccia in automatico e di “stop-loss” amplificando la discesa già in essere.

E…l’ultima risalita!

Il 16 ottobre, il gas naturale ha completato una ripresa impressionante, toccando il picco più alto del trimestre e confermando un cambiamento di tendenza.

Le motivazioni del rally:

  • Arrivo del freddo: un freddo inatteso, vedendo gli andamenti precedenti, ha portato ad una corsa agli acquisti;
  • Stoccaggi sotto la lente: tasso di iniezione negli stoccaggi inferiore alle attese del mercato. Questo dato ha fatto suonare un campanello d’allarme: i livelli di scorta, sebbene alti, non erano più considerati “comodamente” al sicuro;
  • Copertura delle posizioni corte: Molti trader, che avevano scommesso su un ulteriore calo dei prezzi (posizioni corte), sono stati costretti a comprare per chiudere le loro scommesse perdenti. Questa dinamica tecnica ha amplificato la risalita, creando un “short squeeze”.

Conclusioni: cosa controllare!

Dalle spiegazioni precedenti si può riassumere che è fondamentale tenere d’occhio questi fattori:

  • Il meteo: andamenti stagionali lontani dalle previsioni, i punti precedenti ne elencano parecchi, possono spingere i prezzi in alto o in basso molto rapidamente;
  • Produzione e stoccaggi: il sottile equilibrio tra capacità produttive, manutenzioni straordinarie e logistica si deve correlare ai livelli di stoccaggi;
  • Psicologia speculativa: elementi finanziari lontani dalla materia prima vera e propria possono indurre amplificazioni dei meccanismi scatenati dai due punti precedenti;
  • Geopolitica: anche se nell’ultimo periodo, quindi in questo articolo, non ci sono stati riferimenti a tali elementi la situazione mondiale rimane molto tesa, basti ricordare che il Qatar è uno dei maggiori esportatori di LNG e la geografia di transito è molto a rischio in questo periodo (Hormuz primo fra tutti).

Butta un occhio ai prezzi del gas all’Henry Hub: link!

Autore

Disclaimer

Questo articolo è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria. Si consiglia di consultare un professionista qualificato prima di prendere decisioni di investimento.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Iscriviti alla nostra newsletter

Email Subscription Form


Resta aggiornato. Ricevi tutti i nuovi articoli e le notizie ogni settimana.
banner startinvesting

Questo si chiuderà in 0 secondi