Osservando i listini del gas naturale, si vive un paradosso. A dicembre 2025, il prezzo TTF, il benchmark europeo, è in forte ribasso. Contemporaneamente, il prezzo Henry Hub, il riferimento statunitense, è sotto pressione rialzista. Questa divergenza estrema ha una spiegazione precisa, ma nasconde una verità cruciale: i due prezzi sono destinati a convergere. E lo faranno principalmente con un’impennata del TTF.
Perché il TTF Europeo è così basso oggi?
Attualmente, il mercato europeo del gas vive in una bolla temporanea di abbondanza. Due fattori chiave spiegano questa situazione:
- Un autunno tiepido: l’inizio della stagione di riscaldamento 2025/26 è stato mite in tutta Europa e il freddo ha cominciato un pelo più tardi del previsto. La domanda per riscaldamento residenziale è quindi stata ridotta, preservando le scorte;
- Stoccaggi ai massimi storici: grazie al clima e agli approvvigionamenti costanti, i depositi di gas europei sono vicini alla piena capacità. Questo crea un senso di sicurezza che deprime i prezzi. Fino a ottobre i valori erano sotto la media con un novembre più mite l’Europa ha avuto modo di recuperare con le iniezioni;
- Disponibilità di LNG sui mercati: con un mercato orientale ancora in difficoltà, la quantità disponibile rimane alta;
- Crescita di offerta di LNG sul mercato 2026: aumentano le disponibilità di terminali di liquefazione sul mercato, il terminale americano Corpus Christi LNG (CCL) pare possa cominciare a lavorare prima del previsto.
Tuttavia, questa è una condizione destinata a cambiare. Gli stoccaggi non sono una fonte infinita, ma una riserva che si può consumare in fretta.
Il freno naturale all’aumento dell’Henry Hub americano
Dall’altra parte dell’Atlantico, l’Henry Hub è in rialzo a causa della prima ondata di freddo intenso e della forte domanda da esportazione di GNL. Tuttavia, la sua corsa ha un limite fisico ed economico.
Il prezzo Henry Hub non può salire indefinitamente a causa del meccanismo del GNL. Se il prezzo interno USA supera una certa soglia (tipicamente tra i 6 e i 7 $/MMBtu), diventa antieconomico esportare gas liquefatto. Le compagnie inizierebbero a dirottare i carichi sul mercato domestico, aumentando l’offerta interna e calmierando i prezzi. In breve, Henry Hub è “limitato” dalla logica globale dell’esportazione.

Andamento del prezzo all’Henry Hub americano negli ultimi due anni. Fonte
La convergenza al rialzo: perché sarà guidata dal TTF
È qui che si delinea lo scenario futuro. La convergenza non arriverà da un crollo di Henry Hub, ma da un recupero vigoroso del TTF. Ecco le fasi attese:
- Fase 1 (Fine 2025): Henry Hub resta volatile ma stabilizzato in un range (es. 4.5$-6.5$). Il TTF rimane basso, alimentato dal clima mite e dalla psicologia del mercato.
- Fase 2 (Inverno 2026): Appena le temperature in Europa scenderanno in modo persistente, la situazione cambierà. L’Europa dovrà:
- Prelevare gas dagli stoccaggi;
- Ricominciare a importare GNL in volumi significativi per bilanciare il sistema.
A questo punto, il mercato europeo dovrà competere sul mercato globale per accaparrarsi i carichi di GNL. Il prezzo TTF dovrà quindi salire per coprire:
- Il prezzo di Henry Hub;
- I costi di liquefazione e trasporto;
- Un premio per attrarre le navi in Europa invece che in Asia, se l’Asia dovesse aumentare la richiesta il confronto sarebbe ancora più in alto.
Conclusioni e Prospettive per gli Investitori
Il divario attuale tra TTF e Henry Hub rappresenta un’anomalia temporanea, dettata dal clima. La vera forza di riequilibrio sarà il ritorno della domanda invernale in Europa.
La convergenza sarà quindi asimmetrica: ci si aspetta un rialzo più marcato del TTF, mentre Henry Hub potrebbe già aver esaurito gran parte del suo potenziale di crescita.
Per gli investitori, la bassa volatilità attuale del TTF potrebbe offrire opportunità di posizionamento in vista della probabile crescita del mercato europeo nei prossimi mesi. La chiave sarà monitorare da vicino le previsioni meteorologiche a lungo termine per l’Europa e, quindi, i tassi di prelievo dagli stoccaggi.
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